ATTACCHIAMOCI AL TROLLEY 1

Attacchiamoci al trolley 1

VEDIAMO DI CAPIRCI

 

Come tecnico e studioso io non posso essere ideologicamente ostile nei confronti di alcun tipo di propulsione logicamente applicabile ai veicoli terrestri, e quini neppure alla propulsione elettrica. Ma trovo semplicemente autolesionista farlo per gli strilli della penosa Greta e sotto la pressione politico-economica di chi ha interesse a colpevolizzare le automobili con propulsori a combustione interna, seppur evolutissimi e puliti, e venderci le sue batterie agli ioni di litio: la Cina.

La pressione che questa nazione sta esercitando sull’opinione pubblica mondiale è inaccettabile da uomini liberi. Dico che tutto parte dalla Cina perchè, negli anni, essa si è impossessata dell’80 per cento delle miniere di litio nel mondo e, quindi, ha dato vita ad un massiccio sforzo industriale per la produzione di batterie agli ioni di litio. E adesso vuole passare all’incasso. Per raggiungere lo scopo in modo “invisibile”, i leader comunisti cinesi hanno scelto il modo più subdolo e vile, mettendo in moto la loro potente macchina di propaganda per supportare vari movimenti verdi. A questi forniscono enorme disponibilità finanziaria che ha consentito di dare vita ad un martellamento ossessivo e mercenario. A dirigere il concerto si sono prontamente posti politici opportunisti e giornalisti superficiali e ignoranti.

Tutta la faccenda puzza di ricatto ideologico lontano un miglio. I regimi comunisti fondano il loro potere su queste manipolazioni ideologiche, ma, onestamente, che la Cina si atteggi a paladina della buona salute del pianeta è una commedia oscena perché la Cina è il paese più inquinato e più inquinante del mondo. Ma la macchina della sua propaganda è talmente potente e, soprattutto, ricca da aver arruolato nelle sue squadre d’assalto le varie Grete, i politici loro amici, i demagoghi da quattro soldi, gli auto-proclamati esperti scientifici, i catastrofisti e gli idioti del “regresso felice”.

Tutti assieme e abbondantemente finanziati, hanno dato vita ad un trend ideologico diventato di moda negli ambienti snob e che, grazie alla maggioranza verdastra al parlamento europeo, ha prodotto normative che stanno strangolando l’Industria con limiti di emissioni “medie per Marca” così assurdamente stretti da risultare un vero ricatto costruito per arrivare dove vogliono i “compagni” cinesi e cioè alla sempre più generalizzata adozione di sistemi di propulsione elettrica alimentati a batterie. E potete contare che, una volta che una adeguata percentuale della produzione automobilistica occidentale sia convertita all’utilizzo della propulsione elettrica per mezzo di batterie, la Cina ci sparerà un bel ricatto energetico perché, con buona pace dell’inutile Di Majo, la Cina non è amica di nessuno e il satrapo Xi Jinping ha un piano imperialistico che neppure Alessandro Magno.

La tragedia “corona virus” ne è una conferma dolorosissima per troppa gente per bene e prende sempre più credibilità la tesi che vuole che il virus sia uscito dai laboratori di guerra batteriologica dell’esercito cinese, mica dalla gelateria all’angolo. Da uomini liberi e con adeguate conoscenze scientifiche non accettiamo ricatti da nessuno, men che meno dal satrapo Xi Jinping. Per altro, siamo apertissimi a tutte le prospettive che la ricerca scientifica e tecnica possono aprirci, ma sempre con la dovuta lungimiranza scientifica e seguendo un processo graduale.

I cambiamenti radicali, se affrettati, possono causare contraccolpi mortali all’industria, e non è mai il caso perché essa è parte fondamentale del capitale del mondo libero e il suo crollo non farebbe bene a nessuno, neanche alla Greta. Il metodo rigorosamente scientifico è l’unico ammesso.
La propulsione elettrica automotive è un traguardo assolutamente legittimo, ma deve costituire solo una delle sfaccettature della costruzione di un progresso globale del nostro sistema energetico planetario Ciò premesso, vediamo quali sono le due vie alla propulsione elettrica in autotrazione.

 

 

 

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